Materie prime e spedizioni sotto pressione

Pubblicato il: 2 aprile 2021

L’ultimo trimestre del 2020 ed il primo trimestre del 2021 hanno segnato un forte aumento nei costi di molte materie prime, tra cui quelle utilizzate per la produzione dei circuiti stampati. A questi aumenti si aggiungono criticità nella logistica, con ritardi nelle consegne dei materiali provenienti dall’Asia ed aumenti delle tariffe per il trasporto aereo e navale.

 

Aumenti di costo senza precedenti

Da sempre, all’avvicinarsi della peak season, i costi d’acquisto delle materie prime hanno fatto registrare degli aumenti per poi tornare a stabilizzarsi dopo il capodanno cinese. Dal 2020 il trend è differente sia per intensità dell’aumento che per durata dello stesso.

Infatti, a partire da settembre scorso i principali fornitori di materie prime per la produzione, tra cui Kingboard, Nan Ya, HC e ITEQ, hanno comunicato ai produttori di PCB degli aumenti di prezzo che stanno continuando anche dopo il capodanno lunare. Numeri alla mano, parliamo di 5%/10% di aumenti al mese nei costi di resine, fibre di vetro, metalli e PrePreg portandoli a picchi del +90%. Tra i metalli, il rame ha fatto segnare quotazioni record, con quotazione quasi-duplicata (+95%) tra Marzo 2020 e Marzo 2021.

Questi aumenti hanno influito sui costi dei circuiti stampati, fortunatamente non in modo direttamente proporzionale in quanto la materia prima è solo una frazione della struttura di costo del prodotto al termine del suo processo produttivo.

A fine marzo 2021, il nostro network di fornitori ci riferisce di ulteriori aumenti previsti per il secondo trimestre 2021: alla luce di ciò non ci aspettiamo, almeno nel breve periodo, un miglioramento delle condizioni di acquisto.

 

Le cause dei rincari

Queste variazioni di costo sono causate dalla scarsità dei materiali nei mercati internazionali, originata da:

  • Aumento della domanda interna cinese dove l’economia ha accelerato già da metà 2020 (prevista crescita PIL 2020 al +2%, PIL 2021 al +8%);
  • Incremento nella produzione globale di veicoli elettrici che utilizzano molta più elettronica rispetto ai veicoli a propulsione termica (3M di veicoli del 2020, +40% rispetto al 2019, secondo IEA);
  • Concentrazione dei fornitori di laminato nella Repubblica Popolare Cinese, che controlla anche la maggior parte dell’estrazione di terre rare nel mondo;

 

Criticità anche nelle spedizioni internazionali

Il recente caso di incagliamento nel canale di Suez ha focalizzato l’attenzione globale sulle spedizioni internazionali, dimostrando quanto un singolo evento possa compromettere le supply chain in tutto il mondo.

Questo accadimento, ora quasi completamente risolto pur comportando ritardi di settimane nelle attività di ricezione e smistamento portuale, giunge alla fine di un anno caratterizzato da ritardi nelle spedizioni ed aumenti delle tariffe aree e marittime su scala globale. Per dare una rappresentazione numerica di questo problema, il costo per la movimentazione di un container da 40’ dalla Cina all’Europa è aumentato da 2.500 USD a 9.000 USD in un solo anno. Sea-Intelligence, società di analisi danese, ha stimato che a Novembre 2020 una spedizione marittima su due non sarebbe arrivata in tempo. E tutto questo prima di quanto successo alla Ever Given!

 

Oltre alla pandemia, il perché di questi problemi

Sin dal 2019, la diffusione di COVID-19 ha messo in difficoltà il comparto mondiale della logistica a causa delle restrizioni nella mobilità e per l’aumento delle attività necessarie per spedizioni e sdoganamenti come ad esempio i controlli sanitari etc.)

La forte diminuzione dei viaggi aerei (gli enti di gestione aeroportuali la stimano in un -75% nel 2020) ha ridotto gli spazi a disposizione delle società di spedizione, che da sempre usano i traffici aerei commerciali per sopperire alla mancanza di spazio delle loro flotte. La riduzione degli spazi disponibili per noli aerei hai fatto aumentare le richieste per i vettori marittimi, con conseguente aumento delle tariffe.

Altra problematica che ha generato aumenti nei costi di spedizione via mare è l’attuale scarsità di container disponibili, le cui cause sono molteplici. In primis, il cambiamento nel “flow” imposto dalla pandemia non ha permesso di avere i container nei luoghi giusti al momento della ripresa. Forza lavoro ridotta nei porti, positività al COVID tra gli equipaggi delle navi, ritardi negli schedule di navigazione hanno ulteriormente aggravato la situazione.

E come non bastasse, se mediamente tra il 2018 e il 2019, 1.382 container all’anno venivano persi in mare (dati World Shipping Council), tra il 30 novembre 2020 e la metà di febbraio 2021 gli assicuratori marittimi stimano che circa 3.000 container siano stati persi in mare (principalmente nella rotta del pacifico tra Asia e USA).

Infine, si riscontrano aumenti anche nei costi dei pallet in legno e del materiale di imballaggio in plastica.

 

I consigli di Tekube

Ciò che in passato poteva essere un consiglio per l’ottimizzazione, nel 2021 diventa fondamentale per rimanere competitivi: programmare per tempo le produzioni, prenotando quando possibile le materie prime per scongiurare ritardi ed aumenti ulteriori nei costi. Per quanto riguarda le spedizioni, preferire quelle marittime a quelle aree, raggruppando più materiale possibile per negoziare un prezzo migliore.